SINTESI STORICA DELL'ASSOCIAZIONE GIURISTE ITALIA­NE: DALLA SUA COSTITUZIONE AD OGGI

L'A.G.I., con il nome di Federazione Italiana Donne Giuriste, fu fondata nel 1930 da Maria Letizia Riccio, straordinaria personalità di studiosa del diritto, docente e promotrice di vita associativa. Nel 1928 a Parigi era stata ideata da cinque giuriste (Poska Gruntal, estone, Clare Campoamor, spagnola, Margarethe Berendt, tedesca, Agathe Dyvrande Thèvenin e Marcelle Kraemer Bach, francesi) la Fédération Internationale des Femmes Magistrats et Avocats, che si costituiva nel 1929 aggiungendosi alle prime, le giuriste Antoinette Quinche, avvocata a Losanna, Wanda Grabinska magistrata a Varsavia, Lili Selig Koplevitz, magistrata a Berlino, Marcelle Renson, avvocata a Bruxelles, Eli­sa Guimaraes, avvocata a Lisbona, Ella Negruzzi, avvocata a Bu­carest, Elsie Bowermann, avvocata a Londra, Marianne Beth, av­vocata a Vienna, Maria Letizia Riccio, avvocata a Napoli. Queste fondatrici della Federazione Internazionale costitui­rono a loro volta nel proprio paese le associazioni nazionali delle giuriste. La Federazione Italiana Donne Giuriste fu tra le prime ad es­sere fondata e la sua vocazione internazionale la portò fin dall'i­nizio ad essere tra le più attive della Federazione Internazionale. I suoi scopi all'inizio furono bene illustrati dalla fondatrice e presidente Maria Letizia Riccio nella presentazione di un prezio­so libro pubblicato dalle edizioni de «La Toga» Napoli del 1933: «La donna e la famiglia nella legislazione fascista», che reca relazioni interessanti delle Avv. Frida Ceccon Marx e Gra­ziella Ceccon Compagnoni sul matrimonio (recente era il Con­cordato del 1929), della dott. Lina Furlan sulla protezione e l'as­sistenza della maternità e dell'infanzia, dell'Avv. Teresa Labriola con contributi agli studi sulla ricerca della paternità, dell'Avv. Lumena De Stefano sul delitto di abbandono di famiglia, della dott. Luisa Riva Sanseverino sul lavoro femminile ed infine della stessa Maria Letizia Riccio sul tribunale dei minorenni, che l'an­no dopo doveva trovare la sua realizzazione legislativa. «La Federazione Italiana Donne Giuriste riunisce le laureate in legge, in scienze politiche e sociali ed in scienze economiche e commerciali, con l'intento fondamentale di far convergere il loro interesse, scientifico e pratico, verso quegli argomenti e quelle istituzioni che principalmente dalle donne possono venire intesi ed amati; contribuisce a diffondere la conoscenza degli istituti giuridici negli ambienti femminili; stringe vincoli di amicizia fra donne, fino a poco tempo fa ignote le une alle altre; sorregge le giovani nei primi passi della vita professionale ». Così la Riccio nell'introduzione al libro che doveva valere alla F.I.D.G. l'ap­prezzamento e l'appoggio dell'allora Ministro di grazia e giusti­zia Pietro De Francisci e di altre autorità fino a Mussolini, che riceve le giuriste della Federazione Internazionale in occasione del Consiglio del 1934, organizzato a Napoli dalla Federazione Italiana (« Vraiment grossieri il nous a recu en bottes » ricordava Marcelle Kraemer Bach in tempi recenti). Ma Maria Letizia Riccio, pur valendosi degli appoggi dovuti anche alle sue conoscenze di studiosa (Politica annonaria a Na­poli dal 1503 al 1806; Condizioni della donna nel diritto penale attraverso i secoli; Nuovo Digesto Italiano etc.) resistè sempre ad ogni lusinga rifiutando che la Federazione venisse a far parte del movimento nazionale femminile del partito fascista, mante­nendola libera e privata, battendosi bravamente contro l'assurdo provvedimento del 1933 che limitava l'assunzione delle donne nelle pubbliche amministrazioni e stabiliva la loro esclusione dall'elettorato, richiedendo fermamente anche nel Consiglio Internazionale del 1934 una patria potestà come potestà congiunta dei genitori sui figli, contro l'esclusione delle donne dalla funzio­ne giurisdizionale e per l'inserimento delle donne giuriste nelle commissioni di riforma dei codici. La Federazione Italiana Donne Giuriste, quindi, continuò tranquillamente la sua lotta per la parità femminile attraverso il diritto, anche al cambio politico con il rovesciamento del regi­me fascista, le lotte politiche che segnarono la fine della guerra e la instaurazione della Repubblica Italiana. Come Marcelle Kraemer Bach che, dopo gli orrori della guerra, di cui alcune illustri esponenti della Federazione Inter­nazionale furono vittime, riuscì a riunire ancora le giuriste, divi­se dalla guerra in campi avversi, ma sempre ugualmente unite nei loro ideali, così Maria Letizia Riccio in Italia si può dire che fondò per la seconda volta la Federazione Italiana.

Nel 1953 il primo Congresso Internazionale dopo la guerra venne organizzato dalla Federazione Italiana a Sorrento, dove Maria Letizia Riccio insegnava all'Istituto nautico, congresso in cui l'avv. Maria Bassino tenne una relazione sul « Nome co­me mezzo di identificazione», le avv. Suyling olandese, Noéli Watin e E. Chirst su «La madre abbandonata» e Marcelle Kraemer Bach, che in quel congresso fu eletta presidente della Federazione Internazionale, sull'elaborazione di una convenzio­ne O.N.U. sull'esecuzione all'estero delle sentenze sull'obbligo alimentare. Subito dopo la guerra era stata fondata a New York un'altra associazione internazionale di giuriste, Internatio­nal Federation of Women Lawyers, e quindi nel 1950 veniva fondata dall'avv. Maria Sofia Spagnoletti Lanza la Unione Giu­riste Italiane (che aderiva alla I.F.W.L.), di cui fu eletta presi­dente. I vari congressi susseguitisi (1953 a Venezia, 1955 Milano, 1957 Bari, 1960 Torino, 1963 Roma, 1967 Roma) trattarono sempre argomenti relativi alla famiglia, rapporti patrimoniali tra coniugi, ed anche divorzio, che era l'argomento più interes­sante per le donne, in vista della introduzione in Italia dell'isti­tuto e della riforma del diritto di famiglia, che doveva seguire solo nel 1975.

Nel 1967 alla presidenza dell'Unione Giuriste Italiane venne eletta l'avv. Gabriella Niccolay. Anche per la Federazione Italia­na Donne Giuriste l'argomento famiglia era il più interessante. Particolare attenzione fu riservata all'adozione che, dopo la le­gittimazione adottiva introdotta in Francia dopo la guerra, si vo­leva anche in Italia e venne istituita come adozione speciale nel 1967. Alla presidenza dell'avv. Maria Letizia Riccio era seguita quella dell'avv. Giovanna Pratilli, di Venezia. Quindi essendo stata eletta l'avv. Pratilli alla presidenza della Federazione Inter­nazionale, fu eletta presidente nazionale l'avv. Ada Picciotto, brillante penalista di Roma. La sezione di Roma, presieduta dal- l'avv. Teresa Assensio Brugiatelli, organizzava nel 1962 un con­vegno nazionale su « Adozione ed affiliazione in Italia », che fu il tema anche del Congresso nazionale a Bologna nel 1963. Nel 1964 la Federazione Italiana organizzò il Congresso del­la Federazione Internazionale a Bologna sui temi: « Diritti e do­veri dei genitori » e « I beni dei coniugi dopo lo scioglimento del matrimonio ». Maitre Yvonne Tolman, del foro di Parigi, veniva eletta pre­sidente della F.I.F.C J. e l'avv. Ada Picciotto, presidente nazio­nale della F.LD.G., vicepresidente. Nel 1965 l'avv. Teresa Assensio Brugiatelli venne eletta pre­sidente nazionale della Federazione Italiana e pose in discussio­ne il « Tribunale della famiglia », per il quale una commissione della Federazione redasse uno schema di progetto di legge che ancor oggi sarebbe attuale. Nel IV Congresso nazionale a Firenze, interrotto dall'alluvio­ne il 4 novembre 1966 e ripreso nell'aprile 1967, la Federazione pose in discussione « La riforma penitenziaria in Italia » con va­sta partecipazione di magistrati ed operatori del diritto, tema che venne ripreso in un convegno nazionale a Parma nel 1969. Ma veniva maturandosi nelle due associazioni l'idea della fu­sione, non essendovi alcun motivo di procedere parallelamente divise e potendo aderire contemporaneamente sia alla Fédération Internationale Femmes Magistrats et Avocats sia all'International Federation of Women Lawyers. Infatti nel febbraio 1967 le due associazioni tennero insieme un dibattito nell'Aula magna del Palazzo di Giustizia a Roma sul «Progetto Reale sulla riforma del diritto di famiglia». Alla fine del 1967 dalla fusione nasceva l'Associazione giuriste Italiane, di cui la prima presidente nazionale fu l'avv. Laura Liuzzi Barzilai di Roma, alla quale seguì l'avv. Libera Santucci di Roma. Nel 1969 e 1971 venne ripreso dall'A.G.I. a Bologna lo stu­dio sul Tribunale della famiglia insieme con l'Unione Italiana dei Giudici Minorili. Nel 1969 la sezione lucana dell'A.G.I. discusse sui riflessi delle sentenze della Corte costituzionale sulla posizio­ne giuridica della donna. Nel 1973 a L'Aquila un convegno na­zionale di studi si svolse su una proposta di servizio civile fem­minile obbligatorio in Italia. Nello stesso 1973 si svolse a Reggio Calabria il Congresso sul tema: « I giovani e la legge », con l'in­tervento del Ministro per la gioventù, on.le Caiati. Nel 1975 a Taormina si discusse della condizione della don­na nel divorzio. Nel 1977 venne eletta presidente nazionale l'avv.Teresa Assensio Brugiatelli e fu organizzato a Palermo il Consiglio della Federation Internationale divenuta F.I. des Femmes des Carrières Juridiques, sul tema: «I trapianti di organi: problematica giuridico-sociale », con la partecipazione di illustri clinici e giu­risti. Era la quarta volta che la F.I.F.C.J. si riuniva in Italia dai lontani 1934, 1953 e 1964, ma la collaborazione tra l'associazio­ne italiana e l'internazionale si era mantenuta strettissima e per­metteva alle giuriste italiane di partecipare alle attività dell'O.N.U. attraverso la F.I.F.C.J., che ne era stata una delle prime O.N.G. (organizzazione non governativa). Preparandosi l'Anno Internazionale del Fanciullo nel 1979, l'A.G.I. tenne a Bari il suo congresso sul tema: «La dichiarazio­ne dei diritti del fanciullo nella legislazione e nella vita sociale italiana », i cui atti vennero pubblicati dal ministero dell'interno dopo che l'A.G.I. nella persona della sua presidente era stata de­legata a rappresentare l'Italia al Forum O.N.U. dell'Anno Inter­nazionale del Fanciullo, a Budapest, presiedendo la Commissio­ne dei diritti del fanciullo. Nel 1979 la sezione romana dell'A.G.I. presieduta dall'Avv. M. Vittoria Palmeri trattava in un dibattito il tema «Parità tra uomo e donna in materia di cittadinanza », con l'intervento dell'on.le Rosa Russo Iervolino, socia dell'A.G.I., che doveva con­durre all'approvazione della legge in materia, che essa con altri aveva presentato. Nel 1980 nella splendida cornice di Capri, a cura della sezio­ne napoletana, il Congresso dell'A.G.I. trattava il tema «La donna e il diritto ».

Erano gli anni del femminismo estremo e tutte le associazio­ni si domandavano se la lotta per la parità dovesse continuare all'interno delle istituzioni o costituire una opposizione alle isti­tuzioni stesse, dalle quali le donne continuavano praticamente ad essere escluse. L'allora Ministro di giustizia on.le Morlino partecipò a tutta la discussione fino alle conclusioni, che risultarono a maggioran­za favorevoli anche le donne delle associazioni tradizionali con­tinuassero la loro lotta con e non contro le istituzioni. Nel 1981 venne tenuto a Palermo un convegno nazionale sulla «Legge 903/77: dalla tutela alla parità. Divergenze e con­trasti nella sua applicazione ». Nel 1982 l'avv.Teresa Assensio Brugiatelli veniva eletta al­l'unanimità presidente della Fédération Internationale des Fem- mes des Carrierès Juridiques nel Congresso di Oxford su « La parité des femmes passe par le travaii: art. 11 de la Convention O.N.U. sur l'élimination de toutes les discriminations à l'égard des femmes». L'avv. Marisa D'Amico La Manda di Palermo veniva eletta presidente nazionale A.G.I. In questo periodo le giuriste delle varie sezioni avvertivano l'esigenza di riforme legislative e spesso le sostenevano con di­battiti e conferenze varie (1).

Con l'introduzione del divorzio in Italia (legge 1° dicembre 1970, n. 898) l'art. 34 del vecchio Concordato, recante disposi­zioni in tema di effetti civili al matrimonio canonico indissolubi­le, veniva superato dal momento che in Italia il matrimonio era ora considerato dissolubile. Di qui l'esigenza del legislatore di addivenire ad una modifica dell'art. 34 del Concordato per ade­guarlo alle nuove realtà giuridiche dello Stato. I nuovi accordi di Villa Madama dell'8 febbraio 1984 apportavano modifiche nella nuova articolazione dell'art. 8, sostitutiva dell'art. 34. Le giuriste, interpreti di tali modifiche, in una tavola rotonda in Napoli (27 febbraio 1985) dal titolo: «La famiglia oggi tra lo Stato e la Chiesa», con relatori i proff. Guido Saraceni, Mario Tedeschi, Pietro Perlingieri e Anna La Rana dell'Università di Napoli, evi­denziarono subito l'incoerenza della nuova formulazione relati­vamente alla tutela del coniuge debole, giusto gli articolati della riforma del diritto di famiglia del '75 che avevano sancito, senza deroghe, sotto lo stimolo degli artt. 20 e 30 della Costituzione, l'uguaglianza di diritti e doveri tra i coniugi.

Sta di fatto che la parte finale dell'art. 8 — nello stabilire che, una volta delibata la sentenza ecclesiastica di nullità matri­moniale con effetti ex tunc, la corte di appello potrà emettere nella stessa sentenza provvedimenti economici provvisori per il coniuge debole, rimandando le parti al giudice competente per la decisione definitiva in materia — viene a caducare quel­l'assegno alimentare che il coniuge debole aveva ottenuto duran­te la separazione. Di qui l'assurda richiesta di nullità matrimo­niale rotale da parte del coniuge diciamo «forte», non per tute­lare un sacramento ma per sottrarsi esclusivamente all'obbligo degli alimenti assegnatogli nella sentenza di separazione, tanto più che la riassunzione della causa dinanzi al giudice competente non sarà mai fatta dal coniuge economicamente più debole. A tutt'oggi le giuriste insistono sull'argomento per una ne­cessaria riforma legislativa tesa a mantenere l'assegno agli ali­menti da parte del coniuge debole, anche in costanza di nullità matrimoniale della Sacra Romana Rota. I nuovi accordi davano spunto anche ad una riflessione sul­l'insegnamento di religione divenuto da obbligatorio facoltativo. Le giuriste approfondivano la tematica in una tavola rotonda del 15 ottobre 1985, con relatore prof. A. Vitale dell'Università di Napoli, tesa a definire la figura giuridica dell'insegnante di reli­gione, nonché la disciplina d'insegnamento in (eventuale) sosti­tuzione dell'ora di religione. Fin da allora le varie sezioni dell'A.G.I. avvertivano in ma­niera pressante la crisi della giustizia per i tempi e i rinvii estre­mamente prolungati delle udienze; si riunivano spesso in incon­tro-dibattiti per la disamina della « denegata giustizia ». Così in Genova con la presidente di sezione avv. Laura Gra­nata, in Palermo con la presidente di sezione avv. Maria Di Ste­fano, in Roma con la presidente di sezione avv. Gabriella Nicco- laj, in Locri con la presidente di sezione dott. Olga Talarico, in Pesaro con la presidente di sezione dott. Paola Valentini(2).

In Napoli, con la presidente di sezione Anna La Rana e la partecipazione delle giuriste di tutta la regione Campania (3), si assisteva ad un grande dibattito presso il Circolo della Stampa (21 giugno 1985) con il prof. Cannine Donisi moderatore e re­latrici avv.ti Ausilia Sanseverino (attuale componente del Consi­glio dell'ordine forense di Napoli), Marika Bennato e Margheri­ta Aiello, sul tema, per l'appunto « Crisi della giustizia oggi ». L'avv. Olga Aguzzoli, di Milano, succeduta alla La Mantia nella presidenza, continuava l'attività associativa tesa all'inseri­mento dell'A.G.L nei vari livelli istituzionali.

Alcuni di tali obiettivi sono stati raggiunti con l'attuale pre­sidente nazionale dell'A.G.I. prof. avv. Anna La Rana, di Napo­li, rieletta nell'assemblea ultima del '95. Tra questi, l'inserimento dell'Associazione nell'(istituendo) Organismo Unitario dell'av­vocatura, dietro invito dell'allora presidente nazionale del C.N.F. avv. Franzo Grande Stevens, presente in Matera al 34° Congresso Nazionale dell'Associazione sul « Pentimento e disso­ciazione a 10 anni dal d.l. n. 625 del 15 dicembre 1979» e fortemente interessato per la fattiva partecipazione delle giuriste tutte e per le mozioni finali. Queste, tra l'altro (anticipando i tempi) pur affermando di non ritenere estensibile la legislazione premiale, in materia di dissociazione dalle associazioni terroristi­che, alla criminalità organizzata in crescente e sempre più preoc­cupante offensiva, auspicavano comunque un'adeguata ed ac­corta normativa tesa a dar valore a scelte di rottura del vincolo di omertà (4).

Nell'Assemblea nazionale di Rimini del '90 l'avv. La Rana, quale componente dell'Organismo Unitario (allora definito «Commissione mista fra Consiglio dell'ordine e associazioni») ribadì con forza, nella sua relazione in ordine al tema «Unità e rinnovamento dell'avvocatura», la necessità della formazione di una consulta permanente dell'avvocatura composta, oltre che dai consigli degli ordini e associazioni anche dalle varie real­tà istituzionali operanti nel giuridico, quali magistrati, professori universitari, organi della polizia di Stato ecc. al fine di concorre­re tutti, attraverso proficui incontri, raffronti e proposte, alla ri­soluzione dei gravi, variegati e numerosi problemi della giustizia in Italia.

Nel contesto dell'Organismo Unitario la presidente del­l'A.G.I. insisteva sull'opportunità di un'indennità di maternità da parte della Cassa nazionale dell'avvocatura per tutte le avvo­catesse che si trovassero in tale situazione di disagio lavorativo. La questione fu molto dibattuta e, presentata dalla stessa nella Conferenza giuridica in Capri del '90, con plauso del moderato­re avv. Siniscalchi, fu accolta positivamente da tutte le realtà isti­tuzionali dell'avvocatura presenti. La legge n. 979/90 diede pie­no riconoscimento all'indennità di maternità per le libere professioniste e veniva ufficialmente commentata dalla presidente nazionale in una Tavola rotonda organizzata dalla presidente della Sezione A.G.I. di Milano, avv. Giovanna Chiara, alla pre­senza di numerose professioniste (avvocati, ingegneri, architetti), molte delle quali in stato di maternità e dell'allora presidente na­zionale della Cassa forense, avv. Tracanella. Intanto le sezioni, sempre sollecitate alle questioni giuridico- sociali, affrontavano tematiche di grande interesse (5). Nel rapportarsi a manifestazioni più recenti (visto che gli in­contri-dibattiti organizzati dalle giuriste — finanche un incontro al mese per talune sezioni — sono tantissimi e risulta quindi co­piosa un'esegesi completa di tutte le manifestazioni), si riportano « La famiglia di fatto dalla tutela indiretta al riconoscimento giuridico», 28 maggio 1996, organizzato in Palermo dalla presi­dente di sezione avv. Maria Di Stefano e dalla vice-presidente del Sud avv. Rosangela Majra Gambino, con relatrice avv. Con­cetta Gianlombardo e altre giuriste; « Sul giudice di pace », 29­30 giugno 1996, organizzato in Genova dall'avv. Laura Granata vice-presidente nazionale e componente del Consiglio dell'ordi­ne forense di Genova, nonché dalla presidente di sezione dott. Renata Cavallini, con moderatore l'on.le avv. Alfredo Biondi; « Sulla fecondazione artificiale», 15 novembre 1996, organizzato in Roma dalla presidente di sezione avv. A. Maria Peruzzi Pasquini, con relatore prof. D'Avack.

L'attuale presidente nazionale dell'A.G.I., quasi sempre pre­sente negli incontri-dibattiti organizzati dalle varie sezioni (di cui sopra citati solo alcuni, a titolo di esempio), quale anello di coordinamento e di riflessione sull'attività delle stesse, viene coadiuvata da un ufficio di presidenza nazionale, con il quale periodicamente si riunisce per decidere programmi e proposte legislative.

In tale ottica si inquadra:

  • la formazione di una commissione permanente di studio sulla « famiglia di fatto » per la formulazione di concrete propo­ste legislative (le varie documentazioni di proposte parlamentari sono agli atti);
  • una lettera raccomandata del 26 aprile 1993 al ministro di grazia e giustizia risultato di un'assemblea tenutasi in Napoli all'Hotel Majestic il 7 aprile 1993 avente ad oggetto la disamina della legge costitutiva del giudice di pace del 21 novembre 1991 n. 374.

Più specificamente in tale lettera si chiedeva al ministro la necessità di pervenire, in tempi brevi, ad una modifica legislativa su determinati punti quali: A) abbassamento, quanto meno a 40 anni, del limite di età (art. 5, 1° comma, lett. E - abbassamento opportuno per diverse giuriste che, abbandonata la professione forense per motivi familiari, hanno la possibilità, con la funzione di giudice di pace, di un reinserimento nell'attività giuridica); B) soppressione o quanto meno limitazione al solo circondario del divieto dell'esercizio delle funzioni da parte degli avvocati e pro­curatori legali (art. 8, 2° comma); C) eliminazione di ogni previ­sione di divieto di cumulo dell'indennità di funzione con even­tuali trattamenti pensionistici; D) eliminazione dell'obbligo di cessazione dell'esercizio di qualsiasi attività lavorativa dipenden­te (art. 5, lett. H), sostituendolo con la previsione della sola so­spensione del rapporto di lavoro dipendente e della valutabilità, ai fini pensionistici, del periodo di svolgimento dell'incarico onorifico; E) previsione della possibilità per il giudice di pace di essere autorizzato a risiedere in un comune diverso da quello dove esercita le funzioni, ove ciò non sia di ostacolo al corrente esercizio delle funzioni stesse; F) previsione della possibilità per i conciliatori e i vice conciliatori, in possesso della laurea in giu­risprudenza, di esercitare le funzioni del giudice di pace anche se infracinquantenni.

L'A.G.I, riportata recentemente sui giornali come associa­zione di informazione legislativa e orientamento professionale, è continuamente consultata da giovani giuriste di tutta Italia, nonché da associazioni e centri di consulenze quale quello, di re­cente, di Bellinzona (Canton Ticino - Svizzera) relativamente alla richiesta di un contributo sulla ricerca di materiale inerente alla violenza all'interno della coppia. In taluni comuni, come, ad esempio, Bologna, e, per gli anni passati, anche Napoli, è stata incaricata di svolgere servizio lega­le per le donne. Con decreto del ministro del lavoro del 23 ottobre 1991 l'A.G.I. è entrata a far parte del Comitato nazionale delle Pari Op­portunità per l'attuazione della legge 125 del 10 aprile del '91. In tale contesto l'associazione è molto impegnata, attraverso se­minari e incontri, a far conoscere la portata di una giusta appli­cazione della legge.

Nel campo internazionale è componente della «Consulta per la giustizia europea dei diritti dell'uomo», della «Lobby euro­pea delle donne» nonché della «Fédération Internationale des femmes des carrières juridiques (F.I.F.C.J.) ». a presidente nazionale avv. Anna La Rana, eletta consiglie­re della federazione (a tutt'oggi) nel XIII Congresso mondiale tenutosi a Belo-Horizonte, il 4-8 settembre 1988, sul tema «La Justice par le droit », è sempre presente nei contesti internazio­nali con puntuali relazioni quale quella de « La donna oggi nella Chiesa» (Consiglio di Parigi 7-11 settembre 1989) col tema cen­trale su « La femme et deux sieclès d'evolution dans les droits de l'homme ». Giusta delibera dell'ultimo consiglio della federazione, tenu­tosi in Barcellona nel giugno del 1995, è stata affidata all'Italia l'organizzazione del prossimo Congresso della F.I.F.C.J. che si terrà a Napoli dal 18 al 20 settembre 1997 sul tema: «Les femmes au seuil du 3° millenaire - Conditions juridiques: bilance perspectives et moyens d'action». Il Congresso vedrà impegnate in Italia tutte le associazioni nazionali di giuriste iscritte alle Federazioni provenienti da vari paesi e rappresenterà senz'altro un momento significativo per l'immagine dell'Italia all'estero. Si attende quindi la massima collaborazione da parte di tutti e in particolare dalla nobile ca­tegoria dell'avvocatura.

(1) Così, ad esempio, nella sezione napoletana venivano affrontate, durante le mensili colazioni di lavoro, presso il Circolo della Stampa, tematiche quali, fra tante: Riforma del codice penale (20 gennaio 1982 - relatori avv. F. Tortorano e cons.re A. Esposito); Recente sentenza della Corte costituzionale n. 18 relativa all'art. 34 del Concordato (20 aprile 1982 - relatrice avv. A. La Rana); Istituzione di una Commissione parlamentare sul fenomeno della mafia (13 ottobre 1982 - Sala Unione Industria­le - relatori prof. Antonio Guarino e avv.ti Anna La Rana, A. Maria Mastrosimone e M. Rosaria Del Regno); Pregiudiziale tributaria (9 febbraio 1983 - cons.re Militerai); Affido familiare (9 marzo 1983 - relatrice notaio Adele Gisolfi); Gestione del consenso nell'economia moderna (8 giugno 1983 - relatore prof. B. Trezza, ordinario di Econo­mia politica Università di Roma). La sezione di Pavia, con presidente il notaio Antonietta Trigilio, organizzava nei giorni 27-30 settembre dell'84 un puntuale e acclamato Congresso Nazionale sul «Di­ritto alla salute». L'avv. Marisa La Mantia, presidente nazionale, inaugurava i lavori. La stessa presidente moderava pure i lavori di Messina sulla « Violenza sessuale » in un clima di variegate proposte legislative da parte delle giuriste.

(2) L'attuale presidente di sezione è la dott. Zeila Dolci.

(3) Ovvero: Avellino, Benevento, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Portici, Frattamaggiore, Casoria, S. Maria Capua Vetere.

(4) Tra i relatori, il prof. G. Pansini, A. Stile e i consiglieri P. Dell'Osso, P. Materi, R. Stella, D. Nardi, L. Panetta, nonché le giuriste di ogni sezione A.G.I., quali, tra le tante, avv.ti Ester Scardaccione, Dora Clemente, Cecilia Salvi, Maria Pia Pepicelli e dott. Flora Visco, Ade Scognamiglio, Bianca Quadri, Rosanna Del Monaco, Rosanna Mastropasqua.

(5) Tra le tante si segnalano: la «Tutela del consumatore», 33° Congresso na­zionale in Genova, 19-20-21 marzo 1987, organizzato dall'avv. Laura Granata, attuale vice-presidente nazionale e con relatori i professori Alpa, Pisa, Tiscornia e interventi di giuriste di tutta Italia; « L'esclusione delle donne dal sacerdozio » 17 dicembre 1988 presso la facoltà di giurisprudenza di Parma, incontro organizzato, congiuntamente, dalla presidente della Sezione di Bologna, avv. Edda Stocchi e dalla presidente della Sezione di Parma, avv. Anna Campili, con relatori i proff. Laura Governatori, Scivo- letto, Coppola; « La donna e la professione forense», 13 marzo 1989, organizzato dalla Sezione di Milano presso l'aula del Consiglio dell'Ordine, con relatori dott. Laura Cantoni e avv. Milena Pini, Consigliere Nazionale di Parità; « H nuovo codice di pro­cedura penale», 15 aprile 1989, organizzato dall'avv. Maria Giuseppina Truini Palom­ba, attuale presidente della Sezione di Rieti, presso la Sala consiliare del­l'Amministrazione Provinciale con relatori dott. S. Santiapichi, proff. F. Cigliano, L. Papeschi e avv. T. Mazzucca; la « Tutela dell'ambiente » (ciclo di tre incontri-dibattiti sull'inquinamento acustico, marino e sulla raccolta differenziata dei rifiuti), organizza­to dalla Sezione di Napoli presso il circolo Canottieri, con relatori i dott.ri M. Manzi, M. Mascagni e l'ing. Santomauro... ecc; «L'Università degli studi della Tuscia e il Vi­terbese», 25 novembre 1989, organizzato dalla presidente della Sezione di Viterbo prof. avv. Ida Serra, attuale vice-presidente nazionale del Centro, presso la sala confe­renze della Cassa di Risparmio della provincia di Viterbo, con prolusione del Rettore dell'Università degli studi della Tuscia, prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza; «Quale Italia dopo Maastricht» 12 dicembre 1992, organizzato dalla Sezione di Na­poli presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, con relatori i proff. Bruno Jossa, Luigi Sico, Massimo Villone, Antonio Pecoraro-Albani, avv. Aldo Gaeta e le giuriste avv. Pasquina Bona, Rosangela Majra Gambino, Laura Granata, Olga Talari- co, A. Maria Speziale (attuale segretaria nazionale per i Rapporti con le Regioni) e no­taio Giovanna Melegari, intervenute da ogni parte d'Italia.

 

Scarica la storia dell'A.G.I., tratta dalla prima edizione della Rassegna Forense del 1997.

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